Mare di Puglia: il migliore d’Italia!

Il mare di Puglia è il più bello dell’intero Stivale. Presente sul podio, insieme alla Sardegna, il Tacco d’Italia ha il 97% delle sue coste bagnate da acque eccellenti.

A stabilirlo i dati delle stagioni balneari 2016-2019 che hanno permesso alle Regioni, su proposta delle ARPA/APPA, un’attività di controllo monitoraggio delle acque di balneazione, poi classificate secondo le 4 classi di qualità valide in tutta Europa: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.

Come specificato sul sito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, la Puglia e la Sardegna sono le regioni con i dati più positivi: con il 99,7% di chilometri di coste balneabili eccellenti, le due realtà italiane si aggiudicano l’importante primato di mare più bello di tutta Italia.

COME FUNZIONANO I RILEVAMENTI

L’Arpa ha effettuato campionamenti e analisi per tutelare i bagnanti, almeno una volta al mese, sugli 800 chilometri di mare della Puglia, inglobando sia lo Ionio che l’Adriatico.

Per ciascuna “acqua di balneazione” sono poi stati individuati i punti di monitoraggio rappresentativi della qualità dell’intera area. Complessivamente in una stagione balneare le agenzie ambientali effettuano oltre 24.000 campionamenti e altrettante analisi di laboratorio per determinare la presenza dei due parametri microbiologici che indicano la qualità dell’acqua di balneazione, per un totale, quindi, di oltre 48.000 determinazioni analitiche.

Di questi report, analizzati su livello nazionale, è emerso che circa 6mila chilometri di acque di balneazione sono stati catalogate tra quelle eccellenti. È proprio tra queste che c’è anche la Puglia, comprendente le sue coste dal Gargano al Salento, accanto alla Sardegna ed entrambe seguite da Molise, Campania, Basilicata, Liguria ed Emilia Romagna.

Il trend, superiore alla media europea, non deve però permetterci una minore attenzione. Come specificato, “la qualità delle acque di balneazione costituisce un indicatore significativo del carico di acque non depurate che arrivano in mare dai corsi d’acqua. Aree non servite da fognature, allacci alle fognature mancanti, insufficiente funzionamento del sistema depurativo, ecc. determinano apporti di contaminazione fecale, e non solo, che richiedono azioni di risanamento di carattere strutturale”.

Disclaimer: articolo preso spunto da puglia.com!

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